La mutazione è la chiave della nostra evoluzione. Ci ha consentito di evolverci da organismi monocellulari a specie dominante sul pianeta. Questo processo è lento e normalmente richiede migliaia e migliaia di anni ma ogni qualche centinaia di millenni, l’evoluzione fa un balzo in avanti.
Iniziava così uno dei miei film preferiti, ossia il primo episodio della trilogia degli X-Men del 2000 e diretto da Bryan Singer. Chi almeno una volta non si è posto la domanda “se avessi qualche super-potere” o roba del genere. In questra trilogia ed in tutto il mondo Marvel dove essi vivono, i super-poteri sono all’ordine del giorno, benché chi li ha è visto con diffidenza e paura da chi non ne ha, una moderna caccia alle streghe e messa al bando. Perché ovviamente il diverso spaventa, fa paura ed è “giusto” allontanarlo: nel terzo film viene persino trovata una cura per portare tutti ad essere “uguali”. Chi ha detto che questo sia un bene? Certo la normalità, l’uniformarsi agli altri non crea problemi, ti fa vivere come uno della massa ma ti toglie l’individualità, ti toglie quella caratteristica speciale. Se mi guardo indietro vedo che molte persone mi han voluto cambiare, a volte emarginato, snobbato, quasi fossi uno dei personaggi mutanti del mondo X-Men della Marvel. C’è stato un periodo in cui anche io mi sentivo uno con super-poteri, mi sentivo tanto Pyro o meglio ancora la Torcia Umana dal mondo dei Fantastici 4 sempre dell’universo Marvel. E vi posso assicurare che di calore ne emanavo tanto, non fisico ma di affetto a profusione. In seguito è arrivato l’inverno, portandosi dietro i germi del gelo che hanno minato il mio calore ed addio, arrivando ad un bel 90% Iceman e 10% Pyro: beh non male, poteva andare peggio tutto sommato. Un giorno poi arriva un raggio di sole (forse si potrebbe chiamare Volpe d’argento ma non arriviamo a tanto, almeno per ora), che inizia ad infiammare il vecchio Pyro e quel fottuto grigiore, quelle pareti gelide della sua prigione diventano fragili e scavalcabili ma non abbastanza da distruggerle perché la Volpe da una parte lo infiamma ma dall’altra lo frena, portando la situazione ad un 50% Pyro e 50% uomo ghiaccio. Paradossalmente la Volpe si trova a suo agio nel gelo e questo porta uno profonda frattura nell’animo del povero Pyro che a tratti è felicissimo per il suo saluto o per averla sentita ma altre volte è così a terra per alcune frasi che lei gli dice, frasi detta con sincerità da lei: lui dovrebbe capirle e non bacare troppo eppure il suo animo combattivo gli impone di non arrendersi, la guerra non è ancora finita. Non si sta giocando a Risiko, c’è in palio ben più di una semplice vittoria ad un gioco da tavolo, non ci sono pedine virtuali da muovere, eserciti da comandare: qua si gioca il tutto per tutto e nulla, dico NULLA lo farà indietreggiare, deciso a bruciare la sua fiamma come un tempo, a non essere un anonimo, un qualunque della massa. Cosa c’entrano poi i cavoli a merenda? Perché tanti sono i giramenti di bolas (tante quante le stelle in cielo), tanti pensieri e tante cose, tante attenzioni che uno cerca di dare e dimostrare che da un lato spingono il povero Pyro a continuare a muoversi verso l’innocente volpina ma dall’altra lo fermano facendogli balenare istinti feroci (altro che Wolverine o Sabretooth) di voglia di mandare tutto all’aria, di smettere di dare la caccia ad un sogno che si può sciogliere come neve al sole. Uscendo da questa descrizione basata sull’utilizzo dei nomi tratti dall’universo Marvel, io non cambio me stesso, putroppo l’ho fatto una volta e mi pento di averlo fatto. Ora non voglio più essere il simpatico o paradossalmente quello interessante che poi stringi stringi non è mai il tipo che piace, neppure l’amicone da invitare e da chiamare quando c’è un problema. È bene ora dimostrare che il sottoscritto ha il suo ruolo nonostante qualche imbecille (lo vorrei sottolineare più volte per rimarcare quanto lo sia chi ha detto la frase che segue) abbia detto che il sottoscritto non avesse le palle. Che cavolo ne sa lui, eh? Beh “caro mio”, io amo le sfide e più sono ardue e più mi divertono, quindi mio simpatico ed “affettuoso” imbecille, fatti da parte e torna nel tuo loculo.
Concludendo lancio una sfida: uomo ghiaccio, sei avvisato pubblicamente che la guerra non è finita, fino ad ora abbiamo scherzato ed ora si passa a fare sul serio, altro che la battaglia tra Pyro e l’uomo ghiaccio in una scena di X-Men 3 cui è tratta l’immagine qua di seguito!